mercoledì 18 giugno 2025

CONDOM...inio

 CONDOM...inio

e altre storie di varia convivenza

su Amazon disponibile in e-book (clic per collegamento)

        Il condominio è la realtà quotidiana con cui la stragrande maggioranza della popolazione deve convivere, volente o nolente. Ancor prima dell’impatto con il quartiere, il rione o la città, quasi tutti coloro che non possono permettersi un’abitazione indipendente debbono confrontarsi con la realtà condominiale ed assoggettarsi alle regole del quieto vivere comune, perché è lì che si trova il centro focale dell’esistenza di ogni essere umano.

Quello in cui viviamo mia moglie ed io è alla periferia del centro del mondo, in Toscana, a meno di cento metri dal Mar Ligure, in posizione invidiabile, soprattutto per chi il mare, dalle proprie finestre, non lo vede neanche col cannocchiale. Centotrenta e passa famiglie occupano tredici palazzine che racchiudono un piccolo parco con prati ed alberi, specialmente pini, piante ed arbusti che lil tutto-fare del condominio governa a fatica tuttavia con amorevole cura ed indefesso impegno; inoltre… abbiamo un’invidiabile piscina.

Con questa burletta vorrei promuovere un sorriso, una peculiarità del genere umano senza la quale l’esistenza sarebbe piatta o al massimo imbronciata, e mi auguro, di assistere e partecipare ad una comune risata, magari durante un pomeriggio della prossima estate in piscina. 

Dal cancello grande, si accede al vialetto che conduce al compartimento principale del parco condominiale quasi interamente occupato dalla cosiddetta “goccia”, il grande prato centrale che deve il proprio nome alla particolare conformazione dell’aiuola. Una serie di piante ed altri arbusti occupa il vertice basso della goccia laddove imponenti pini marittimi si innalzano in prossimità dell’ampia curva rivolta a sud. Un’erbetta dispettosa cresce in ordine sparso, un po’ come le pare, in tutta l’aiuola e ce ne vuole del bello e del buono per Norberto, il tutto-fare, affinché essa possa organizzarsi in un soffice prato degno del nome che porta.

Anche la fauna è quanto di più classico ci si aspetta da un appezzamento quasi in riva al mare: passerotti, fringuelli, pettirossi, capinere, tortore e grossi merli dal becco giallo allietano i nostri padiglioni auricolari con canti melodiosi. È bello destarsi col verso del passero nemmeno troppo solitario… ma alle cinque e mezzo del mattino si dormirebbe volentieri ancora un po’! Riserverò un trattamento a parte per l’esemplare più assurdo della intera avio-fauna mediterranea: il gabbiano.

Il fiore all’occhiello del nostro modesto parco è una grande piscina ovvero due piscine, una grande da venticinque metri ed un’altra più piccola, con fondale bassissimo, per i bambini.

Nel nostro condominio sono condensate le sfaccettature di tutta un’intera categoria: i condòmini. Tratteremo della portinaia e del manutentore, coadiuvati via-via da elettricisti, antennisti, cancellisti, ascensoristi, piscinisti, giardinisti e quant’altro di tecnico si rende necessario. Ma affronteremo anche gli intellettuali ed i musoni, i bimbi del condominio, in tutto simili a milioni di altri bimbi nel mondo ma particolari proprio perché visti dagli occhi del condòmino. Racconteremo di coloro che temono un consumo eccessivo di acqua e si lavano il meno possibile o di colui/ei che diffonde nell’aere le note della tastiera del proprio pianoforte, affiancata dall’emulo di uno dei nostri cantautori più affermati. Ci sarà spazio per quello del piano di sopra o per quello del piano di sotto, perché c’è sempre un vicino di casa che occupa l’appartamento di sopra ed un altro che abita di sotto, ma non mancheranno commenti sull’amministratore e, conseguentemente, sulla riunione di condominio.

Cercheremo una soluzione all’imperversare della zanzara tigre, insensibile a qualsiasi trattamento di disinfestazione, anche al più potente.

Ritroveremo la tipa rifatta e quella che dovrebbe rifarsi, la zitella, lo scapolo, il bancario, lo scrittore (!), la vecchia megera, le signorine dell’ultimo piano, il primo e l’ultimo della classe, i cani ed i loro proprietari.

 Insomma… ce n’è per tutti i gusti!

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giovedì 29 febbraio 2024

Ve lo do io l'Inferno: e se Dante fosse stato livornese?

 Su AMAZON, disponibile il nuovo libro, sia in cartaceo sia in E-book:

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2024

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita…

    Prova a canticchiare i versi introduttivi del Carme per antonomasia sull’aria di uno stornellino toscano e vedrai che il carattere sinistro della terzina più famosa al mondo cambierà radicalmente il tuo approccio all’Inferno Dantesco.

Perché proprio Dante e perché proprio l’Inferno? Beh, Dante perché se lo merita! È il più grande poeta al mondo e di tutti i tempi! Se la lingua italiana è quella che è, il merito è tutto suo. Perfino Alessandro Manzoni ha fatto una capatina dalle nostre parti non limitandosi a “sciacquare i panni in Arno” ma rivedendo, dal punto di vista estetico e linguistico, l’intera stesura del proprio capolavoro, “I promessi sposi”, per l’appunto.

E poi l’Inferno: delle tre cantiche, è senza ombra di dubbio, la più varia, articolata, misteriosa, intrigante, terrificante se non addirittura, lasciamelo dire, di-ver-ten-te.

            Ecco che, dallo stornellino introduttivo di cui si parlava poco sopra, il libro si dipana su un aspo già ampiamente noto tuttavia con un’identità propria.

            Inizieremo analizzando lo strano rapporto che legava Dante, ipocoristico di Durante, di Alighiero degli Alighieri, alla signora Beatrice Portinari, da me confidenzialmente ribattezzata la Bice, che si troverà ad affrontare la rivale in amore, per l’appunto la Gemma, al mercatino del venerdì, in un alterco alla fine del quale quello che ci rimette è proprio lui, Dante, l’oggetto della contesa.

            E da lì, dopo aver affrontato le tre belve ed incontrato un gruppetto di signore toscane di facili costumi che stazionano sul limitare della Selva Oscura in abbigliamento ai limiti della decenza, descritte sulla famosa aria di Narciso Parigi, oltrepasseremo la porta degli inferi in compagnia del fido vate mantovano armato di GPS.

            Ci districheremo nei meandri del cono infernale e ce ne sarà per i cugini pisani, per gli altri cugini, i lucchesi, per i politici, per i violenti, i truffatori, i traditori, gli amanti, i golosi e tanti altri peccatori.

            A proposito di golosi, una mia creazione rap mi consente di spie-gare quanto io sia goloso di un dolcetto tipico toscano al quale si attribuiscono nomi diversi a seconda della località in cui viene prodotto: a Lucca è il famoso Buccellato, in un forno del senese ho visto che lo chiamano Coccodrillo mentre a Livorno… beh, per sapere come lo chiamiamo a Livorno, è necessario avere pazienza fino capitolo dedicato. Perfino il gesto irriverente di Barbariccia troverà insperata gloria.

            E Lucifero? Lucifero è al centro del Cocito dai tempi dei tempi ed agita le proprie enormi ali adirato come non mai… e vorrei vedere te al suo posto condannato per l‘eternità all’immobilità quasi assoluta. Dai suoi piedi, dice Dante, ma secondo me un po’ più insù, diciamo… in mezzo alla radice delle cosce, si diparte la natural burella, che i due visitatori affronteranno in preda alla smania di lasciare il cono maledetto. Bene, sarà proprio Lucifero il risolutore della nostra vicenda agevolando, con un colpo di… (diciamo) coda da maestro, la fuoriuscita della nostra coppia di eroi rimasti incastrati in una strozzatura dell’angusto passaggio.

            Le quartine finali, sulla falsariga di quelle iniziali, ci condurranno sulla spiaggia ai piedi della montagna del Purgatorio…

E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE

martedì 3 ottobre 2023

il nuovo libro su Amazon

 2023


nuntio vobis gaudium magnum:

Kindle ha accettato di pubblicare
 il mio nuovo libro, poco più di un racconto dedicato all'Aviatore Volante... la FEBBRE VILLENEUVE non si è ancora sopita.

“…era giunto in cima alla sua montagna e certamente, da lassù, vedeva le cose in un’ottica diversa dalla nostra, di noi che, umili formiche, abbiamo scelto di vederle dal basso”.

Jeff Hutchinson - “Gran Prix International Magazine” – 13.05.1982.

"Un piacevole sogno ogni tanto popola le mie notti. Gilles viene a trovarmi e mi racconta il suo ultimo giro di pista, sereno, sorridente, durante uno dei suoi inconfondibili ed indimenticabili controsterzi!"

Ciao Gilles


inutile dire che aspetto i vostri commenti...

BUONA LETTURA

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venerdì 16 dicembre 2016

c'era una volta il palio marinaro


2016

“Anche se la tenebra ti avvolge,
non fermarti:
la sete di conoscenza
illuminerà il tuo cammino”

per ordini:
Carmignani Editrice - Cascina (Pi)
per le librerie interessate alla presentazione, contattare direttamente la casa editrice o l'autore: aevolt@alice.it

 






martedì 16 dicembre 2014

sulla spalletta del ponte novo

e altri racconti

Ermanno usa le parole di Gabriel Garcia Marquez per immortalare e dare un senso reale, una storicità a ciò che spesso viene raccontato tra amici e che, in qualche modo, "fa" la storia: "La vita non è quella che si è vissuta, ma è quella che si ricorda e come si ricorda per raccontarla" (dalla prefazione di Mario Pellegrini).

I racconti della raccolta Sulla spalletta del Ponte Novo sono fotogrammi sparsi di una vita, narrati con una prosa fine, elegante, e dotati di quel lirismo potente che solo i fatti e le emozioni dissonanti del vivere quotidiano - quello della gente comune - sanno dare. (dalla IV di copertina)

sabato 8 dicembre 2012

Gastone Biondi. Storia e segreti del ponce al "rumme"


2012


Quando un uomo sensibile e intelligente, amante come nessun altro della propria professione, per un ammirabile tenacia e anche con una buona dose di fortuna, riesce ad intrecciare il suo destino con quello di una leggenda qual è il PONCE a Livorno, il suo ricordo non può che diventare appassionante come un romanzo.
Otello Chelli

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- Debatte Otello Editore - Livorno

sabato 4 dicembre 2010

La mia amica triglia. Racconti... di poesie in labronico vernacolo.





2010

Il libro di Ermanno Volterrani contiene prose e poesie di notevole valore letterario, scritte con un vernacolo da “livornese purosangue”, e se il nostro dice di non essere livornese, beh direi che dopo questo bel libro, ha pienamente ragione di descrivere se stesso in questo modo:
Scrivo di tutto ‘n po’ alla bersagliera,
di velli della stirpe di Morgiano,
di labroni’a gente, vella vera
E della “labronica gente” lui è davvero l’espressione più genuina.
Otello Chelli

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